Avventuriero e scrittore italiano. Figlio illegittimo del
patrizio Michele Grimani, venne allevato dal fratello Alvise. Dopo aver studiato
all'università di Padova e aver probabilmente conseguito la laurea (1742
ca.), iniziò la sua vita di avventuriero dopo un viaggio a Corfù.
Nel 1743 si stabili a Roma presso il cardinale Acquaviva. Abbandonò in
seguito la carriera ecclesiastica che aveva iniziato nel 1741 ricevendo gli
ordini minori e, nel 1745, fece ritorno a Venezia dove, a causa della sua
esistenza estremamente dissoluta, dovette allontanarsi dalla città. Nel
1750 si stabilì a Parigi e, in seguito, viaggiò negli stati
tedeschi e in Austria. Rientrato a Venezia nel 1756 venne imprigionato nel
carcere dei Piombi dal quale riuscì ad evadere, rifugiandosi poi a
Parigi. In seguito peregrinò attraverso l'Olanda, la Germania, la
Svizzera e l'Italia. Impossibilitato a rientrare a Venezia, venne coinvolto nel
1761 in una truffa compiuta ai danni della marchesa d'Urfé alla quale il
C. aveva garantito il ringiovanimento. Allontanatosi dalla Francia, si
recò nel 1763 a Torino, Milano e Genova, stabilendosi nel 1764 a Londra.
In seguito venne costretto ad abbandonare anche l'Inghilterra e si
rifugiò presso Federico II di Prussia. Nel 1765 viaggiò per la
Russia dove incontrò l'imperatrice Caterina e le propose una riforma del
calendario. Fu poi in Polonia dove sfidò a duello il generale Branicki.
Lasciata la Polonia fu in Austria e, in seguito, nuovamente a Parigi da dove
venne cacciato da una
lettre de cachet di Luigi XV. Dopo aver conosciuto
Cagliostro ad Aix-en-Provence, si recò a Torino e Bologna. Nel 1772 si
stabili a Trieste in attesa della grazia che gli avrebbe permesso di tornare a
Venezia. Dopo averla ottenuta nel 1744, rientrò a Venezia dove si
dedicò alla stesura di alcune opere letterarie che incontrarono scarso
successo. Dopo essere caduto in povertà e avere accettato l'incarico di
confidente degli inquisitori di Stato, lasciò nuovamente Venezia nel 1783
e tornò a Parigi, trasferendosi poi a Vienna dove, per un anno, ricopri
l'incarico di segretario dell'ambasciatore veneziano. Fu poi bibliotecario del
conte di Waldstein in Boemia. Dedicò gli ultimi anni alla stesura delle
sue memorie (
Storia della mia vita), scritte in francese e immediatamente
accolte con uno straordinario successo (Venezia 1725 - Dux, Boemia
1798).